È populista, il M5S, certo: e giustamente, perché solo il populismo può opporsi all’egemonia mediatica del neocapitalismo globale (anche Sanders si definisce un "new populist"). E ha ancora difetti e componenti qualunquiste: ma chi per votare e impegnarsi contro il liberismo che sta strangolando l’Italia sta aspettando un partito di santi ed eroi, impermeabile al gossip e alle calunnie della macchina del fango mediatica, è in realtà soddisfatto dell’attuale contingenza e convinto di vivere nel migliore dei mondi possibili, come sempre chi preferisca un potere malvagio e attuale a un rischio ipotetico.
Per cui non ci sono scuse: o si sta con il partito della nazione di Renzi e Berlusconi o si sta con il M5S. Tertium non datur, per il momento; chi si astiene di fatto favorisce il potere, ossia il Pd/Pdl. Anche una nuova sinistra (un’autentica nuova sinistra, non un partito-civetta che faccia da stampella al renzismo come vorrebbero Pisapia e Cuperlo) potrà nascere solo dopo che un successo del M5S ci abbia fatti uscire dalla palude dell’opportunismo, abbia fermato la deregulation morale e culturale e abbia restituito al paese una legge elettorale strettamente proporzionale.